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18 marzo 2011

Caldoro dà una frenata sul nucleare: "Il nostro territorio non si presta"

Nucleare


 Il governatore:
"Ma la valutazione spetta ai tecnici"

Il cuore e gli occhi sono per il Giappone minacciato dalla catastrofe nucleare dopo essere stato appena travolto dal terremoto e dallo tsu-nami. Ma è la ragione a guidare le parole di Stefano Caldoro quando si discute sull’opportunità di aprire all’energia atomica anche in Campania. «La valutazione spetta ai tecnici, ma il territorio non è fra quelli che si prestano di più», spiega il governatore che pesa con attenzione ogni frase dedicata a un ar-gomento capace di incen-diare gli animi e spaccare l’opinione pubblica scossa da una tragedia ancora in pieno svolgimento. «La preoccupazione del mondo deve guardare innanzitutto alla salute
 e alla sicurezza dei cittadini. Su questo non c’è da discutere», premette Caldoro che poi rimarca: «La scelta del nucleare è una scelta mondiale ed eu-ropea». Uno degli ultimi atti promossi dalla precedente giunta guidata da Antonio Bassolino era stata la nor-ma, contenuta nella finan-ziaria regionale, che vietava le installazioni nucleari sul territorio campano. Poi la Corte Costituzionale aveva bocciato la disposizione ritenendola in contrasto con la competenza esclusiva dello Stato in materia am-bientale e di sicurezza. La Consulta ha però ribadito che alle regioni spetta su questo argomento un parere obbligatorio, pur se non vincolante. E la Campania come si regolerà? In cam-pagna elettorale il centrode-stra si è schierato con decisione a favore del nucleare. Ora i dirigenti dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e Carlo Ceparano si dicono pronti a opporsi «fisicamente» alla costruzione di una centrale in Campania. Ma con il dramma dei reattori di Fukushima che tiene in ansia il pianeta, anche Caldoro appare cauto. E invita innanzitutto «ad evitare battaglie di bandiere, ideologiche e anche un po’ strumentali. L’Europa deve decidere, non solo l’Italia». Nell’impostazione del governatore dunque la situazione va analizzata senza preconcetti. I punti fermi, secondo Caldoro, sono due: da un lato la necessità di fare i conti con una realtà che vede impianti nucleari già funzionanti a poca distanza dall’Italia, dall’altra le caratteristiche del territo-rio campano che non è idoneo ad installazioni di questo tipo. «Noi abbiamo le centrali sulle Alpi, le avre-mo nel bacino del Mediterraneo. Ci sono in Francia e ci saranno probabilmente in Albania. Le avremo a cento chilometri da noi - sottolinea Caldoro - E come si è visto, il mare non ti difende. Compriamo energia nucleare da questi Paesi. In più non abbiamo la sicurezza perché non controlliamo le centrali che si trovano in altri Paesi». Ma da qui ad aprire un impianto in Cam-pania ce ne corre. «Questa è una questione diversa - argomenta il governatore - spetta ai tecnici individuare la regione più idonea. È evidente che la Campania, perché è un’area vulcanica, sismica, a rischio idrogeologico, non è quella che si presta di più. Ma ripeto, si tratta di una scelta mondiale ed europea, da prendere tutti insieme senza strumentalizzazioni».

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